La fantasiosa architettura fa propendere verso l’attribuzione a Scandellari, discepolo del Bibiena. Quanto alle figure si propende verso la cerchia dell’anconetano Nicola Bertuzzi (1710-1784) attivo prevalentemente nel capoluogo emiliano. La tela nell’insieme mostra una grande capacità di impaginazione da parte dei due artisti che concepiscono la scena quasi alla stregua di una tomba allegorica arricchita con tocchi di quotidianità nelle figurette in primo piano.